Il giusto mix di competenze per il 2040
Se il futuro è un futuro di apprendimento allora potremmo definirlo un futuro redento. Se la redenzione si attua in un processo di trasparenza e verità, di feedback costanti e regolari, tanto più si può auspicare lo sviluppo di competenze. Ma quali servono?
Sicuramente competenze per il futuro del lavoro e per il lavoro del futuro per essere più produttivi o semplicemente per stare bene sul lavoro e per metter in pratica quelle competenze anche trasversali che stimolano e vengono stimolati dagli ambienti di apprendimento.
Quindi c’è anche un presupposto. Ci sono degli ambienti e dei contesti (anche degli strumenti) che favoriscono l’apprendimento.
Inoltre avere il giusto mix di competenze è fondamentale per il successo di individui, aziende e società. Per gli individui, migliori competenze e qualifiche portano a redditi più alti e una salute migliore. Le aziende con personale altamente qualificato hanno tassi di innovazione più elevati e produttività maggiore. Cosa potremmo quindi ipotizzare?
Basterebbe avere non “una mente di metallo e di ingranaggi” per comprendere di come la cura per le cose e le persone che crescono possono dare e favorire grandi competenze.
Ma la domanda è quale mix di competenze, in quale ordine e quali sono le prassi ed il contesto che le può facilitare? Ovviamente si parla di competenze trasversali: spesso utilizzate dalla comunità imprenditoriale e non solo… che riguardano una serie di qualità interpersonali o intrapersonali necessarie per l’individuo.
Ma come possiamo declinare una standard previsto per e nella pratica professionale del futuro, tenendo conto che le competenze trasversali rappresentano comunque una visione olistica della capacità di un individuo di agire in una gamma di contesti ed il loro potenziale di miglioramento?
Questa è la domanda e queste sono le domande a cui cerchiamo di rispondere.